Torna Musei in Festa a Venezia !

Torna l’iniziativa “Musei in Festa 2025”, che offre ai residenti dei 44 comuni della Città Metropolitana di Venezia e di Mogliano Veneto l’opportunità di accedere gratuitamente ai Musei Civici di Venezia in specifiche giornate: domenica 12 gennaio, giovedì 6 febbraio, domenica 16 marzo, domenica 13 aprile, giovedì 8 maggio e giovedì 5 giugno 2025.

I 44 Comuni sono: Annone Veneto, Campagna Lupia, Campolongo Maggiore, Camponogara, Caorle, Cavallino-Treporti, Cavarzere, Ceggia, Chioggia, Cinto Caomaggiore, Cona, Concordia Sagittaria, Dolo, Eraclea, Fiesso d’Artico, Fossalta di Piave, Fossalta di Portogruaro, Fossò, Gruaro, Jesolo, Marcon, Martellago, Meolo, Mira, Mirano, Musile di Piave, Noale, Noventa di Piave, Pianiga, Portogruaro, Pramaggiore, Quarto d’Altino, Salzano, San Donà di Piave, San Michele al Tagliamento, San Stino di Livenza, Santa Maria di Sala, Scorzè, Spinea, Stra, Teglio Veneto, Torre di Mosto, Venezia, Vigonovo. L’entrata gratuita è estesa anche ai residenti del Comune di Mogliano Veneto.

Ecco una panoramica dei musei coinvolti nell’iniziativa, con una breve spiegazione su ciascuno:

  • Palazzo Ducale: Un capolavoro dell’architettura gotica, questo palazzo è stato il centro del potere della Repubblica di Venezia. Ospita opere d’arte di grande valore e affreschi di artisti rinomati.
  • Museo di Palazzo Mocenigo: Dedicato alla storia del costume e del tessuto, con percorsi che esplorano anche l’arte del profumo e le tradizioni veneziane legate alla moda.
  • Museo Correr: Situato in Piazza San Marco, il museo offre una panoramica sulla storia della città e delle sue istituzioni attraverso una vasta collezione di arte e oggetti storici.
  • Galleria Internazionale d’Arte Moderna a Ca’ Pesaro: Espone importanti opere d’arte moderna, con lavori di artisti come Klimt, Chagall e Kandinsky, oltre a una sezione dedicata all’arte orientale.
  • Museo del Vetro di Murano: Situato a Murano, il museo racconta la storia e l’evoluzione dell’arte vetraria veneziana, con pezzi che spaziano dall’epoca romana ai giorni nostri.
  • Museo del Merletto: Situato a Burano, celebra l’antica tradizione del merletto veneziano, con esemplari storici e dimostrazioni delle tecniche artigianali.
  • Museo di Storia Naturale di Venezia Giancarlo Ligabue: Un viaggio attraverso la biodiversità e l’evoluzione della vita sulla Terra, con esposizioni interattive.
  • Museo Fortuny: Ospitato nel gotico Palazzo Pesaro degli Orfei, era l’atelier di Mariano Fortuny e oggi espone le sue creazioni e mostre temporanee di arte contemporanea.
  • Casa di Carlo Goldoni: La dimora del celebre drammaturgo veneziano offre uno sguardo sulla vita e le opere del padre della commedia italiana.
  • Museo Archeologico Nazionale: Custodisce reperti che raccontano la storia antica di Venezia e delle civiltà che l’hanno influenzata, con una collezione che include oggetti donati dal cardinale Domenico Grimani.
  • Biblioteca Nazionale Marciana: Progettata da Jacopo Sansovino, è una delle più importanti biblioteche italiane. Custodisce un patrimonio librario straordinario, con circa 1.000.000 volumi, 13.000 manoscritti e oltre 2.800 incunaboli. La biblioteca è famosa per le sue sale monumentali decorate e per opere come il “Breviario Grimani” e il “Mappamondo” di Fra Mauro

Mostre Visibili

Durante “Musei in Festa”, non è necessaria la prenotazione per accedere ai musei. Le mostre specifiche possono variare nel tempo; pertanto, è consigliabile controllare i dettagli aggiornati sui siti ufficiali dei musei per scoprire eventuali esposizioni temporanee o eventi speciali in corso durante le date dell’iniziativa.

Perché Partecipare

Partecipare a “Musei in Festa” non è solo un modo per accedere gratuitamente a importanti istituzioni culturali, ma anche un’opportunità per immergersi nella storia e nella cultura veneziana. L’evento promuove un senso di comunità, incoraggiando i residenti a esplorare il patrimonio locale e a scoprire nuovi aspetti della loro città. Inoltre, l’accesso gratuito ai musei rappresenta un incentivo per le famiglie e i giovani a partecipare attivamente alla vita culturale della regione. In sintesi, “Musei in Festa 2025” è un evento da non perdere per chi desidera scoprire o riscoprire la bellezza dei musei veneziani in un’atmosfera festosa e inclusiva.

Un’altra mostra di Soccol nei musei civici di Venezia

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Una nuova mostra, è stata inugurata da pochi giorni presso il Palazzo Fortuny della Fondazione Musei civici di Venezia, ched si intitola : “SOCCOL RIFLESSIONI NOTTURNE” che durerà dal 5 maggio – fin al 1 ottobre 2023, una mostra a cura di Chiara Squarcina, direttrice del splendido museo di Palazzo Mocenigo, che invito a visitare perché è veramente molto bello !

Se il nome “Soccol” vi sembra familiare, è perché l’artista aveva già fatto una precedente mostra nei musei civici Veneziani, e di cui avevo fatto la recensione anche quella volta, potete leggerla, seguendo il link sotto:

https://diariodiunoperatoremuseale.co/2019/02/11/maree-teatri-e-labirinti/

Giovanni Soccol ha iniziato a dipingere nel 1952 nello studio del pittore viennese Ilse Bernheimer. Tra gli anni ’50 e ’60, l’elemento caratterizzante del suo lavoro giovanile sono i primi studi sulle qualità figurative, sostituiti negli anni ’70 da studi nel campo dell’astrazione, che caratterizzano l’intero ciclo Presenze-Asenze, Visioni e mese degli anni ’80. Dalla metà degli anni ’80, dopo varie esperienze nel campo della scenografia, lavora in vari teatri, tra cui la Royal Opera House di Stoccolma nel 1986 e il Palazzo dei Diamanti di Ferrara nello stesso anno. Dopo una grande mostra antologica, Soccol decide di concentrarsi sulla pittura. Inizierà così il ciclo di Saudade e delle Isole. Dall’inizio degli anni ’90 le esperienze precedenti continueranno ad arricchirsi ea svilupparsi in nuovi temi che prenderanno forma in cattedrali, cisterne, labirinti. Nel 2017 un’ampia selezione sarà presentata al Museo del Paesaggio Torre di Mosto, dove presenterà una mostra che ripercorre cinquant’anni di attività e, nello stesso anno, una mostra personale alla galleria BOA di Parigi sul tema del invenzione del labirinto. Nel 2019 la Galleria Internazionale d’Arte Moderna di Pesaro a Venezia ha ospitato una sua mostra personale incentrata sul teatro e sui labirinti dell’invenzione.

I soggetti di questa serie di dipinti comprendono dieci edifici emblematici affacciati sul Canal Grande, dalla Dogana da Mar alla Chiesa di San Simeone, ognuno dei quali suscitò un particolare interesse di Soccol, sfociando in dialogo formale e spiritualità. Le tele, alte più o meno 200 cm e lare 150 cm, sono state dipinte con tecniche miste, vale a dire tempera sottile, emulsione acqua in olio, smalto oleoresina, tutte preparate dall’artista direttamente in studio, seguendo una ricerca sulle metodologie storiche tradizionali.

Mi sono praticamente innamorato di questi dipinti, sono stupendi, tutti quanti, uno più bello dell’altro, non siete d’accordo ? Invito tutti i visitatori, stranieri e non, di visitare questa bellissima mostra, e naturalmente i stupendi due piani del museo, che di recente è stato restaurato, e riallestito in maniera del tutto affascinante !

5 maggio – 1 ottobre 2023

Venezia, Museo Fortuny

Another exhibition by Soccol in the civic museums of Venice

A new exhibition was inaugurated few days ago at the palazzo fortuny of civic museums foundation of Venice, entitled: “Soccol, night reflections” which will last from 5 May – until 1 October 2023, an exibition curated by Chiara Squarcina, director of many museums, among them, the splendid museum of Mocenigo Palace which I invite you to visit because it is truly very beautiful!

If the name Soccol seems familiar to you, it is because the artist had already had a previous exhibition at Ca’ Pesaro, another museum of the Fondation civic museums, one which I reviewed that time too, and you can read it, following the link below:

https://diariodiunoperatoremuseale.co/2019/02/11/maree-teatri-e-labirinti/

Giovanni Soccol was born in Venice 1938. he began studying painting 1952, the studio of Viennese painter Ilse Bernheimer. Between the 1950s and 1960s, the main feature of his youthful work were his first figurative studies, replaced in the 1970s by studies in the field of abstraction, which would mark the “Presenze-Asenze”, “Visioni e mese” cycle throughout the 1980s. From the mid-80s, after various experiences in the field of scenography, he worked in various theaters, including the Royal Opera House in Stockholm in 1986, and after a major anthological exhibition for him at Palazzo dei Diamanti in the same year in Ferrara, Soccol he decided to focus on painting. Thus he will begin the cycle of Saudade and the Islands. From the beginning of the 90s the previous experiences will continue to be enriched, developing into new themes that will take shape in cathedrals, cisterns, labyrinths. In 2017 the Torre di Mosto Landscape Museum will present a wide selection that will present him with an exhibition that traces fifty years of activity, and in the same year a solo exhibition at the BOA gallery in Paris on the theme of the Labyrinth of Inventions. In 2019 the International Gallery of Modern Art of Pesaro in Venice hosted a personal exhibition of his focused on the theater and the labyrinths of invention.

The subjects of this series of paintings include ten emblematic buildings overlooking the Grand Canal, from the Dogana da Mar to the Church of San Simeone, each of which aroused a particular interest for Soccol, resulting in formal dialogue and spirituality. The canvases, more or less 200 cm high and 150 cm wide, were painted with mixed techniques, i.e. thin tempera, water-in-oil emulsion, oleoresin enamel, all prepared by the artist directly in the studio, following research on historical methodologies traditional.

I practically fell in love with these paintings, they are all wonderful, one more beautiful than the other, don’t you agree? I invite all visitors, foreigners and not, to visit this beautiful exhibition, and of course the wonderful two floors of the museum, which has recently been restored and rearranged in a completely fascinating way!

5 May – 1 October 2023

Venice, Museo Fortuny

Palazzo Fortuny riapre il secondo piano !

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Da poco è circolata la notizia che Palazzo Fortuny aveva riaperto il secondo piano, e sono andato a vederlo ! Come tutti sapete, questo stupendo museo è rimasto chiuso per un bel po’ a causa dei danni riportati dall’acqua alta eccezionale di alcuni anni fa. Da poco il museo aveva riaperto i battenti, ma si poteva solo ammirare il piano terra e il primo piano. Ora finalmente, da pochi giorni, hanno riaperto il secondo piano, che è diventato ancora più bello di prima !

Come potete vedere dalle immagini, anche il secondo piano è cambiato drasticamente da com’era prima, in meglio naturalmente ! Ci sono molte stoffe, tessuti, e vestiti. Inoltre lo studio privato di Mariano Fortuny che prima era chiuso al pubblico, ora, anche se transennato, ci si può entrare, e avere un’idea della vasta cultura che aveva, dei suoi progetti, delle sue idee.

Quello che mi è piaciuto di più, sono state le foto nella piccola sala, dedicata alla Marchesa Luisa Casati, che molto tempo fa, proprio in questo museo, le avevano dedicato una mostra, molto ma molto interessante !

Per dirla breve, sono rimasto molto contento, entusiasto di come hanno allestito il secondo piano ! Merita di esser visto, ecco perché consiglio a tutti quanti di venire a vederlo, vi piacerà di sicuro !

Palazzo Fortuny reopens the second floor

There were the news that Fortuny Palace had reopened the second floor, and I went to see it! As you all know, this stunning museum has been closed for quite a while due to damage from exceptional high tide a few years ago. The museum had recently reopened its doors, but one could only admire the ground floor and the first floor. Now finally, a few days ago, they have reopened the second floor, which has become even more beautiful than before!

As you can see from the pictures, the second floor has changed drastically from how it was before, for the better of course! There are many fabrics, tissues, and costumes. In addition, the private studio of Mariano Fortuny that was previously closed to the public, now, even if cordoned off, you can enter it, and get an idea of the vast culture he had, of his projects, of his ideas.

What I liked the most were the photos in the small room, dedicated to the Marchesa Luisa Casati, who a long time ago, right in this museum, had dedicated an exhibition to her, very, very interesting!

To put it short, I was very happy, thrilled with how they set up the second floor! It deserves to be seen, that’s why I recommend everyone to come and see it, you will love it for sure!

Il museo Fortuny riapre !!!

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E’ successo intorno al 12 novembre del 2019, quando il fenomeno senza controllo dell’acqua alta ha raggiunto livelli non previsti, causando disastri in ogni calle di Venezia. Anche il Museo di Palazzo Fortuny, non è stato risparmiato, l’intero piano terra era allagato, e ha dovuto chiudere per più di due anni per riparare i danni subiti.

   
   

La Fondazione dei Civici Musei di Venezia, si è data subito da fare, e se non fosse stato per l’altra grande tragedia del covid, il museo sarebbe stato riaperto molto tempo prima. Eccovi alcune immagini che mostrano come sia stato migliorata la scenografia delle sale, e di come sia stato ampliato il numero delle opere, che prima non erano mai state esposte.

Mariano Fortuny y Madrazo nasce a Granada nel 1871. Figlio d’arte e si inserisce subito nel ambiente culturale parigino, appena diciottenne si stabilisce a Venezia, dove frequenta circoli accademici e cenacoli di artisti artistici internazionali: tra i quali possiamo citare Gabriele D’Annunzio, Ugo Ojetti, Eleonora Duse, Hugo von Hofmannsthal, la marchesa Casati, Giovanni Boldini, il principe Fritz Hohenlohe-Waldenburg.

Ma egli non si accontenta e, cerca sempre nuovi stimoli: inizia a creare stoffe, tessuti stampati, con l’aiuto di Henriette, che sposerà nel 1924. Con lei crea Delphos, l’abito in seta plissettata che lo rende famoso in tutto il mondo. Verso il 1919, alla Giudecca, fonda la fabbrica per la produzione industriale delle sue stoffe in cotone e apre negozi in tutto il panorama europeo. Sul finire del decennio, Mariano si ritira nella sua elegante dimora di San Beneto, dove riprende lo studio della pittura e inizia a scrivere le sue memorie. Muore nel 1949 e viene sepolto al Verano, a Roma, accanto all’illustre padre Mariano Fortuny Marsal.

In sintesi, ho trovato il museo molto migliorato, la scenografia totalmente cambiata, riadattata, con l’intento di ricreare un’ambiente quasi casalingo. Inoltre sono state aggiunte molte opere mai viste prima, e si possono ammirare finalmente i vestiti, i capolavori tessili di Fortuny! Vale la pena andare a visitarlo ? Io dico di si !

The rebirth of the wonderful Fortuny Museum !

It happened around November 12 2019, when the uncontrolled phenomenon of high tide reached unexpected levels, causing disasters in every place of Venice. Even the Museum of Palazzo Fortuny was not spared, the entire ground floor was flooded, and had to close for more than two years to repair the damage.

The Foundation of the Civic Museums of Venice immediately got busy, and had it not been for the other great tragedy of the covid, the museum would have reopened a long time ago. Here are some images that show, how the scenography of the rooms has been improved, and how the number of works, which had never been exhibited before, has been expanded.

   
   

Mariano Fortuny y Madrazo was born in Granada in 1871. Son of art family, he immediately enters the Parisian cultural environment, just eighteen he settled in Venice, where he attended academic circles of international artistic artists: among whom we can mention Gabriele D’Annunzio , Ugo Ojetti, Eleonora Duse, Hugo von Hofmannsthal, the Marquise Casati, Giovanni Boldini, Prince Fritz Hohenlohe-Waldenburg.

But he is never satisfied and he is always looking for new stimulations, new ideas: he began to create fabrics, printed fabrics, with the help of Henriette, whom he will marry in 1924. With her, he creates the Delphos, the pleated silk dress that makes him famous all over the world. Around 1919, on the Giudecca, he founded the factory for the industrial production of his cotton fabrics and opened shops throughout the European soil. At the end of the decade, Mariano retires to his elegant home in San Beneto, where he resumes his study of painting and begins to write his memoirs. He died in 1949 and is buried in Verano, in Rome, next to his father Mariano Fortuny Marsal.

In short, I found the museum very improved, the scenography has totally changed, adapted, with the intention of recreating an (almost) homely environment. In addition, many works never seen before have been added, and you can finally admire the clothes, the textile masterpieces of Fortuny! Is it worth going to visit it? I say yes ! You won’t regret it !!

Rovine a Palazzo Fortuny

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A Palazzo Fortuny c’è una nuova mostra che è stata inaugurata il 17 dicembre 2018 e durerà fino al 24 marzo 2019. La mostra si intitola “Futuruins” ed è stata realizzata in collaborazione tra La fondazione Civici musei di Venezia e il Museo Statale Ermitage di S. Pietroburgo.

La mostra con tutti i suoi pezzi, riempie tutti i 3 piani: piano terra, primo piano e secondo piano. Ma di cosa parla ?

Rovine, questo è il tema che viene proposto attraverso le varie opere di molti artisti. Le rovine, che noi pensiamo come ai resti di grandi civiltà decadute, che non esistono più, rovine del passato, eppure, le rovine fanno parte del nostro ciclo temporale. Se ci pensiamo, ogni società, ogni impero della storia, ha prodotto delle rovine. Viene pertanto ovvio pensare: causeremo anche noi a nostra volta, delle rovine, a cui i nostri successori, in un tempo lontano guarderanno con punto interrogativo ?

Rovine, che sono state create da eventi disastrosi o dalla mano dell’uomo.  Si pensi ai primi, ai disastri naturali come è accaduto alla città di Pompei, oppure agli eventi mitologici il diluvio universale, o la distruzione di Sodoma e Gomorra. Mentre per i secondi, basta guardare una foto dell’immane tragedia della distruzione delle torri gemelle di New York o del terremoto di Amatrice.

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Ma in queste terribili immagini, seppure fanno parte della mostra, possiamo dire che non sono rovine, ma cumuli di macerie, e c’è differenza tra questi due termini. Rovine, lascia intendere che c’è qualcosa che ancora è rimasto della costruzione originaria, mentre la seconda, significa che non è rimasto niente.

Ma le macerie sono anche cumuli di pietre, e proprio nelle pietre, troviamo dei riferimenti nelle opere presenti nella mostra. Dai cataclismi che creano rovine, viene poi il tempo della ricostruzione, della rinascita. Dopo il diluvio universale si narra che Deucalione e Pirra danno vita alla nuova umanità, lanciando dietro le spalle delle pietre, che diventano uomini e donne. Altri esempi sulle pietre vengono descritte in questa mostra,  com le immagini di Medusa che con lo sguardo pietrificava le sue vittime, oppure della leggenda di Orfeo ed Euridice, dove il mito narra che quando Orfeo esce dagli inferi, incautamente si volta verso la sua amata che si trasforma in pietra ? Nei tempi antichi si credeva che gli Dei fossero nelle pietre, non fu Afrodite che animò la statua che aveva scolpito Pigmalione, re di Cipro ? Statue, templi,  pietre, rovine…

Molto raramente una mostra mi ha fatto riflettere come questa. Futuruins offre parecchi messaggi su molti livelli, infatti, in fondo al Portego del primo piano, a destra, c’è una sala dove viene proiettato un filmato. Le rovine non sono fatte solo di pietre, ma sono anche dentro di noi, il filmato in questione parla degli hikikomori, che significa in giapponese “stare in disparte, isolarsi”, dalle parole hiku “tirare” e komoru “ritirarsi”) è una parola giapponese usata per descrivere coloro che hanno scelto di ritirarsi dalla vita sociale, spesso cercando livelli estremi di isolamento e confinamento. Tali scelte sono dovute da fattori personali e sociali di varia genere. Tra questi la situazione del contesto familiare in Giappone, marcato dalla mancanza di una figura paterna e da un’eccessiva iperprotettività materna, la grande pressione della società giapponese verso auto-realizzazione e il successo personale, cui l’individuo viene sottoposto fin da giovane. Quindi con l’auto isolamento, stando sempre dentro, e non frequentando mai il mondo esterno, diventiamo noi stessi delle rovine di quello che eravamo un tempo. Tristemente, ormai non è più un fenomeno legato al Giappone. Si registrano casi anche in America e in Europa.

Futuruins è una mostra piena di bellissime stupefacenti opere, ecco alcune che mi sono piaciute un sacco !!

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Un’immagine di Robert Gligorov, intitolato “boom” che assomiglia molto ad un fungo nucleare, ma che molto probabilmente, è una nuvola generata dall’eruzione di un vulcano. La seconda invece è un opera di Giacomo Costa, che si intitola “Acqua n° 10″un’opera che veramente lascia senza fiato ! Sembra di vedere un frammento di un possibile nostro futuro: rovine del nostro mondo, in fondo all’acqua, forse causato dai vari mutamenti climatici, a cui stiamo lentamente andando incontro.

Credetemi, Futuruins, è veramente una mostra molto interessante, non perdetela !

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Ruins at Fortuny Museum in Venice !

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At Palazzo Fortuny there is a new exhibition that was inaugurated on December 17, 2018 and will last until March 24, 2019. The exhibition is titled “Futuruins” and was made in collaboration between The Civic Museums Foundation of Venice and the State Hermitage Museum of St. Petersburg.

The exhibition with all its pieces, fills all 3 floors: ground floor, first floor and second floor. what is it about?

Ruins, this is the theme that is proposed through the various works of many artists. The ruins, which we think of as the remains of great fallen civilizations, which no longer exist; ruins of the past, yet the ruins are part of our time cycle. If we think about it, every society, every empire of history, has produced ruins. It is therefore obvious to think: will we also cause ourselves, in our turn, ruins, to which our successors, in a distant time, will look with a question mark?

Ruins, which were created by disastrous events or by the hand of man. Think of the former, the natural disasters as happened to the city of Pompeii, or the mythological events such as the universal flood, or the destruction of Sodom and Gomorrah. While for the latter, just look at a picture of the huge tragedy of the destruction of the twin towers of New York or the earthquake of Amatrice.

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But in these terrible images, even if they are part of the exhibition, we can say that they are not ruins, but heaps of rubble, and there is a difference between these two terms. Ruins, suggests that there is still something left of the original construction, while the latter means that nothing is left.

But the rubble are heaps of stones, and right in the stones, we find references in the works in this exhibition. From the cataclysms that create ruins, then comes the time of reconstruction, of rebirth. After the universal flood it is said that Deucalione and Pirra gave life to the new humanity, throwing behind the shoulders some stones, which become men and women. Other examples on the stones are described in this exhibition, the many images of Medusa that with her look  petrified her victims, and what about Orpheus and Eurydice, where the myth tells that when Orpheus comes out of the underworld, recklessly turns to his beloved who turns into stone? In ancient times it was believed that the gods were in the stones, it was not Aphrodite that animated the statue that had carved Pygmalion, king of Cyprus? Statues, temples, stones, ruins …

Very rarely an exhibition made me think like this. Futuruins offers several messages on many levels, in fact, near the end of the first floor, on the right, there is a room where a film is projected. The ruins are not made only of stones, but they are also within us, the film in question talks about the hikikomori, which means in Japanese “stand aside, isolate yourself”, from the words hiku “pull” and komoru “withdraw”) is a Japanese word used to describe those who chose to retire from social life, often seeking extreme levels of isolation and confinement. These choices are due to personal and social factors of various kinds. Among these the situation of the family in Japan, marked by the lack of a father figure and excessive maternal overprotectiveness, the great pressure of Japanese society towards self-realization and personal success, to which the individual is subjected from a young age. So with self-isolation, always staying inside, and never dating the outside world, we become ourselves the ruins of what we once were. Sadly, it is no longer a phenomenon related to Japan. Cases are also reported in America and Europe.

Futuruins is an exhibition full of beautiful amazing works, here are some that I liked a lot !!

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An image of Robert Gligorov, entitled “boom” that looks very much like a nuclear mushroom, but most likely, it is a cloud generated by the eruption of a volcano. The second one is a work by Giacomo Costa, which is titled “Acqua n ° 10” a work that truly leaves you breathless! It seems to see a fragment of a possible future: ruins of our world, at the bottom of the water, perhaps caused by the various climate change, which we are slowly going towards.

Believe me, Futuruins, it’s really a very interesting show, do not miss it!

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Il mito di Giuditta a Mestre

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C’è una nuova mostra, che farà molto parlare di se, ed è una mostra, credetemi, che richiamerà tanti visitatori della terraferma, e che li invoglierà ad andare, più avanti nel tempo a vedere tutte le meraviglie dei Civici Musei di Venezia.

La mostra in questione si intitola : “ATTORNO A KLIMT. Giuditta, eroismo e seduzione” è cominciata il 14 dicembre e durerà fino al 5 marzo 2017, ed è ospitata al Centro Culturale Candiani di Mestre. Una mostra fortemente voluta dal Sindaco di Venezia Luigi Brugnaro, o meglio, la prima di un ciclo di una serie di eventi, dal titolo: “Corto circuito – Dialogo tra i secoli.

La mostra è incentrata sul mito di Giuditta, la storia è un episodio della Bibbia Cristiana Cattolica, e non in quelle ebraica; è pure narrata nel “Libro di Giuditta”, un libro  detto deuterocanonico, cioè quei libri della Bibbia che sono stati accettati dalla Chiesa latina e dalla Chiesa greca, ma che, per l’Antico Testamento, sono stati parzialmente o totalmente respinti dalla Comunione Anglicana e dalle chiese protestanti che non li ritengono validi ,  ed è  considerato apocrifo.

La storia è ambientata durante il regno di Nabucodonosor. Conclusa vittoriosamente la prima campagna di guerra, il “Grande re” affidò al suo generale Oloferne la campagna d’occidente, durante la quale questi incontrò il popolo di Israele. Assediati, ridotti allo stremo per fame e sete, dopo 34 giorni gli israeliti avrebbero voluto arrendersi, a stento, il loro capo Ozia, riusci a convincerli ad aspettare pochi giorni ancora.

Giuditta, alla notizia dell’intenzione di resa, convoca gli anziani, rimprovera loro la scarsa fede, ne ottiene la fiducia, si veste elegantemente, e si presenta ad Oloferne con la sua serva e con doni, fingendo di essere venuta a tradire il suo popolo.

Condotta alla presenza del generale viene ben accolta, Oloferne la invita al suo banchetto, credendo di poterla anche possedere. Ma quando viene lasciato solo con la donna egli è completamente ubriaco.

Avvicinatasi alla colonna del letto che era dalla parte del capo di Oloferne, ne staccò la scimitarra, poi, accostatasi al letto, afferrò la testa di lui per la chioma e disse: «Dammi forza, Signore Dio d’Israele, in questo momento». E con tutta la forza di cui era capace lo colpì due volte al collo e gli staccò la testa.

Il mito di Giuditta è stato ampiamente raffigurato in molte tele, è interessante notare, che l’arma con cui decapita Oloferne, spesso cambia dimensioni, infatti a volte è raffigurata da un coltellaccio, da sciabola corta, da spada fino allo spadone e alla meno realistica spada lunga.

A Giuditta stessa, vengono attribuiti molti significati, essa viene identificata come la giustizia, ecco il perché della spada lunga, essa è spesso usata nelle esecuzioni capitali. Giuditta, è l’eroina che salva il suo popolo, colei che usa come armi, la sua bellezza, la sua sensualità, la sessualità contro l’invasore nemico violento. E’ il simbolo del bene che trionfa contro il male, l’atto della decapitazione della testa, è la definitiva sconfitta del nemico, infatti, quante volte si sente dire, che, non importa quanti tentacoli ha una piovra, bisogna sempre mirare alla testa.

Giuditta rappresenta il rapporto tra la donna e l’uomo, i due opposti, come Eros e Thanatos, l’amore e la morte, quasi a ricordarci il simbolo dello ying e dello yang.

Ma in questa mostra, non c’è solo spazio, per Giuditta, altre come lei sono ospitate in questi locali, come ad esempio la storia di Giaele e Sisara: la storia di una delle terribili eroine dell’Antico Testamento: si tratta di Giaele, la cui storia è narrata nel Libro dei Giudici. Dopo aver attratto nella propria tenda Sisara, il generale Cananeo sconfitto dal popolo d’Israele, lo uccide nel sonno conficcandogli un picchetto della tenda nel cranio.

Inoltre è possibile  vedere altre personaggi simili, quali Leda, Europa, Dione, Danae: tutte figure femminili che Zeus seduce, trasformandosi in varie forme animali, come il cigno, il toro, una nuvola ect. Ricordiamoci che per l’appunto la mostra descrivono atti di eroismo e di seduzione.

La mostra ospita numerose opere incentrata su questi temi, molti dei quali provengono dai Musei Civici Veneziani, quali Cà Rezzonico, Cà Pesaro, Museo Correr, dall’archivio del Museo Fortuny, dal Museo di arte contemporanea di Trento e Rovereto e da numerose collezioni private. Inoltre è possibile vedere un video in bianco e nero “Giuditta: metamorfosi sullo schermo” fatto da un team di studiosi dell’università di Padova, in cui è montato una serie di spezzoni di vecchie pellicole delle più famose dive che hanno fatto la loro comparsa sul grande schermo fin dai primi vent’anni del secolo passato.

E in più, la ciliegina sulla torta, il celebre quadro “Giuditta 2” di Klimt, presentato a Venezia nel 1909, fu acquistato dalla Galleria d’Arte Moderna ed è oggi esposto nella sede del Museo Ca’ Pesaro. La cosa che mi ha colpito di più su questo quadro, è che si ha la sensazione  che il quadro si allunghi, non so spiegarmi meglio, ma ho questa impressione, e mi ricordano alcune stampe giapponesi antiche, che vidi molto tempo fa.

In conclusione, una mostra fantastica ! Mi è piaciuta moltissimo, e sono dell’opinione, che piacerà a tante altre persone. Questa è un’occasione unica per portare la gente a conoscere i Musei Civici di Venezia, e le sue opere. Quando ammirate un quadro, guardate anche la targhetta descrittiva, guardate da dove proviene, vi verrà voglia di saperne di più, su molte altre opere di cui abbiamo la fortuna di avere a poca distanza.. Andate a vedere la mostra, non ve ne pentirete !

Cadorin al Museo Fortuny

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Giorni fa, ho avuto la fortuna di avere un turno nel bellissimo Museo Fortuny, il quale in questo momento, ospita la mostra “LA BOTTEGA CADORIN. Una dinastia di artisti veneziani” che si terrà dal 26 novembre fino al 27 marzo del prossimo anno. La mostra occupa il piano terra, il primo e il secondo piano,  e contiene un gran numero di splendide opere d’arte: dai disegni, fotografie, sculture, tutte ad opera della famiglia Cadorin.

Voglio anche rendervi noto, che al primo piano sono esposti dei ulteriori quadri di Mariano Fortuny, che precedentemente erano stati tolti, per fare spazio alle opere delle varie mostre precedenti. Alcuni dei quali, sono i magnifici quadri a tema Wagneriano, che sono molto affascinanti !

I Cadorin, una famiglia di artisti, provenienti da Pieve di Cadore, hanno rappresentato per Venezia, un capitolo nella storia dell’arte durata quasi tre secoli. Da Vincenzo, fino a Guido, Livia, e poi Paolo e Ida Barbarigo, si possono ammirare questi loro capolavori, all’interno di questo bellissimo museo.

Personalmente, mi sono piaciute molto le foto in tonalità seppia, che sono al secondo piano, di Augusto Tivoli che rappresentano Livia o Maria.. Anche i disegni e i quadri di Guido Cadorin, sono molto belli.

Mi ha fatto piacere rivedere alcuni quadri di Ida Barbarigo.. alcuni erano già presenti in una precedente mostra dedicata a quattro splendide donne: Henriette Fortuny, Ida Barbarigo, Sarah Moon, e Romain Brooks, dell’anno scorso. In più ci sono dei quadri di Zoran Music, il marito di Ida Barbarigo, che sebbene, possano sembrare un po difficili da capire, ci appaiono subito dopo comprensibili, una volta letta la sua biografia, in quanto egli fu scosso dal suo periodo di prigionia durante la seconda guerra mondiale nel campo di concentramento di Dachu.

Invito tutti voi, ad andare a vedere questa bellissima mostra. Avrete l’occasione di vedere nuovi capolavori, di rivedere quelli già presenti: Palazzo Fortuny, non è solo un museo, è un’ambiente magico, affascinante, pieno di atmosfera, pieno di incredibili tesori d’arte; e visto che tale museo, apre solo per mostre, è un peccato perdere questa occasione !

Cadorin at Fortuny Museum

 

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Days ago, I was lucky enough to have a shift of work in the beautiful Fortuny Museum, which at this moment, is hosting the exhibition “LA BOTTEGA CADORIN. A dynasty of Venetian artists” to be held from November 26 until March 27 next year. The exhibition occupies the ground floor, the first and second floors, and contains a large number of beautiful works of art: drawings, photographs, sculptures, all by the Cadorin family.

I also want to let you know that on the first floor are the other paintings by Mariano Fortuny, which had previously been removed, to make room for works of several previous exhibitions. Some of which, are the magnificent paintings themed Wagner, which are very fascinating!

The Cadorin, a family of artists, from Pieve di Cadore, they represent for Venice, a chapter in art history lasted almost three centuries. From Vincenzo, until Guido, Livia, and then Paul and Ida Barbarigo, you can admire these masterpieces , within this beautiful museum.

Personally, I loved the photos in sepia colours, which are on the second floor,  by Augusto Tivoli representing Livia and Mary .. Even the drawings and paintings by Guido Cadorin, are very beautiful.

I was pleased to see some pictures of Ida Barbarigo .. some were already present in a previous exhibition dedicated to four beautiful women: Henriette Fortuny, Ida Barbarigo, Sarah Moon, and Romain Brooks,  last year. In addition there are the paintings of Zoran Music, the husband of Ida Barbarigo, that although, they may seem a bit difficult to understand, they appear soon after understandable once you read his biography, because he was shaken from his period of captivity during World war II in the concentration camp of Dachu.

I invite all of you to go and see this beautiful exhibition. You will have the opportunity to see new masterpieces, to revise existing ones: Palazzo Fortuny, is not just a museum, it is a magical environment, charming, full of atmosphere, full of amazing art treasures; and given that this museum, is open only for exhibitions, it is a shame to miss this opportunity!

8 marzo a Venezia

mimosarezzonico

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In occasione della festa della donna, nella giornata di martedì 8 marzo i musei Civici Veneziani offrono l’accesso gratuito TUTTE LE DONNE dei comuni della Città Metropolitana di Venezia, e l’orario di visita sarà prolungato fino alle ore 19.00. I musei della Fondazione che aderiscono a questa iniziativa sono:

Museo Correr – Museo di Cà Pesaro – Museo di Palazzo Mocenigo – Museo di Casa Goldoni – Museo di Storia Naturale – Museo del vetro di Murano – Museo del Merletto di Burano – Palazzo Fortuny.

E’ una splendida iniziativa, e sono il primo ad esserne felice. Ritengo purtroppo che adesso come adesso, la festa della donna, sia diventata solo un evento commerciale, e si rischia di dimenticare l’origine di questa celebrazione, e di cosa voglia significare.

Il 25 marzo del 1911 scoppio il più devastante incendio che New York abbia mai conosciuto, in soli 18 minuti la fabbrica Triangle divenne una trappola mortale dove perirono 146 persone, tra cui 123 donne. Le cause furono dovute alla totale assenza di regole di prevenzione di incendi, per cui  tessuti infiammabili immagazzinati per tutta la fabbrica, scarti di tessuto sparsi per il pavimento, gli uomini che lavoravano come tagliatori a volte fumavano, l’illuminazione era fornita da luci a gas aperte e c’erano pochi secchi d’acqua per spegnere gli incendi.

Questi sono i nomi delle vittime, per non dimenticare:

Adler, Lizzie, 24 – Altman Anna 16 – Ardito, Annina, 25 – Bassino, Rose, 31 – Benanti, Vincenza, 22 – Berger, Yetta, 18 – Bernstein, Essie, 19 – Bernstein, Jacob, 38 – Bernstein, Morris, 19 – Billota, Vincenza, 16 – Binowitz, Abraham, 30 – Birman, Gussie, 22 – Brenman, Rosie, 23 – Brenman, Sarah, 17 – Brodsky, Ida, 15 – Brodsky, Sarah, 21 – Brucks, Ada, 18 – Brunetti, Laura, 17 – Cammarata, Josephine, 17 – Caputo, Francesca, 17 – Carlisi,  – osephine, 31 – Caruso, Albina, 20 – Ciminello, Annie, 36 – Cirrito, Rosina, 18 – Cohen,  – nna, 25 – Colletti, Annie, 30 – Cooper, Sarah, 16 – Cordiano , Michelina, 25 – Dashefsky, Bessie, 25 – Del Castillo, Josie, 21 – Dockman, Clara, 19 – Donick, Kalman, 24 – Driansky, Nettie, 21 – Eisenberg, Celia, 17 – Evans, Dora, 18 – Feibisch, Rebecca, 20 – Fichtenholtz, Yetta, 18 – Fitze, Daisy Lopez, 26 – Floresta, Mary, 26 – Florin, Max, 23 – Franco, Jenne, 16 – Friedman, Rose, 18 – Gerjuoy, Diana, 18 – Gerstein, Molly, 17 – Giannattasio, Catherine, 22 – Gitlin, Celia, 17 – Goldstein, Esther, 20 – Goldstein, Lena, 22 – Goldstein, Mary, 18 – Goldstein, Yetta, 20 – Grasso, Rosie, 16 – Greb, Bertha, 25 – Grossman, Rachel, 18 – Herman, Mary, 40 – Hochfeld, Esther, 21 – Hollander, Fannie, 18 -Horowitz, Pauline, 19 – Jukofsky, Ida, 19 -Kanowitz, Ida, 18 -Kaplan, Tessie, 18 -Kessler, Beckie, 19 -Klein, Jacob, 23 -Koppelman, Beckie, 16 -Kula, Bertha, 19 -Kupferschmidt, Tillie, 16 -Kurtz, Benjamin, 19 -L’Abbate, Annie, 16 -Lansner, Fannie, 21 -Lauletti, Maria Giuseppa, 33

Lederman, Jennie, 21 -Lehrer, Max, 18 -Lehrer, Sam, 19 -Leone, Kate, 14 -Leventhal, Mary, 22 – Levin, Jennie, 19 -Levine, Pauline, 19 – Liebowitz, Nettie, 23 -Liermark, Rose, 19 -Maiale, Bettina, 18 -Maiale, Frances, 21 -Maltese, Catherine, 39 -Maltese, Lucia, 20 -Maltese, Rosaria, 14 -Manaria, Maria, 27 -Mankofsky, Rose, 22 – Mehl, Rose, 15 – Meyers, Yetta, 19 – Midolo, Gaetana, 16 – Miller, Annie, 16 – Neubauer, Beckie, 19 – Nicholas,  – nnie, 18 – Nicolosi, Michelina, 21 – Nussbaum, Sadie, 18 – Oberstein, Julia, 19 – Oringer, Rose, 19 – Ostrovsky , Beckie, 20 – Pack, Annie, 18 – Panno, Provindenza, 43, Pasqualicchio, Antonietta, 16 – Pearl, Ida, 20 – Pildescu, Jennie, 18 – Pinelli, Vincenza, 30 – Prato, Emilia, 21 – Prestifilippo, Concetta, 22 – Reines, Beckie, 18 – Rosen (Loeb), Louis, 33 – Rosen, Fannie, 21 – Rosen, Israel, 17 – Rosen, Julia, 35 – Rosenbaum, Yetta, 22 – Rosenberg, Jennie, 21 – Rosenfeld, Gussie, 22 – Rothstein, Emma, 22 – Rotner, Theodore, 22 – Sabasowitz, Sarah, 17 – Salemi, Santina, 24 – Saracino, Sarafina, 25 – Saracino, Teresina, 20 – Schiffman, Gussie, 18 – Schmidt, Theresa, 32 – Schneider, Ethel, 20 – Schochet, Violet, 21 – Schpunt, Golda, 19 – Schwartz, Margaret, 24 – Seltzer, Jacob, 33 – Shapiro, Rosie, 17 – Sklover, Ben, 25 – Sorkin, Rose, 18 – Starr, Annie, 30 – Stein, Jennie, 18 – Stellino, Jennie, 16 – Stiglitz, Jennie, 22 – Taback, Sam, 20 – Terranova, Clotilde, 22  Tortorelli, Isabella, 17 – Utal, Meyer, 23 – Uzzo, Catherine, 22 – Velakofsky, Frieda, 20 – Viviano, Bessie, 15 – Weiner, Rosie, 20 – Weintraub, Sarah, 17 – Weisner, Tessie, 21 – Welfowitz, Dora, 21 – Wendroff, Bertha, 18 – Wilson, Joseph, 22 – Wisotsky, Sonia, 17.

 

Non dobbiamo dimenticarci di loro, come non dobbiamo dimenticare del ruolo che le donne occupano nella vita di oggi, delle donne che combattono,che soffrono. Sembra una coincidenza che in questo periodo, si trova nelle sale cinematografiche questo film :

 

Con il termine suffragette si indicavano le appartenenti a un movimento di emancipazione femminile nato per ottenere il diritto di voto per le donne. In seguito la parola “suffragetta” ha finito per indicare,  la donna che lotta o si adopera per ottenere il riconoscimento della piena dignità delle donne, coincidendo con il termine femminista. Insieme a loro, ci sono state tante altre donne, che hanno lottato per i loro diritti, o farsi strada in un mondo di uomini, ecco qui alcuni nomi, che ho trovato :

Maria Skłodowska, conosciuta come Marie Curie, è stata una chimica e fisica polacca e in seguito francese. Nel 1903 fu insignita del premio Nobel per la fisica (assieme al marito Pierre Curie e ad Antoine Henri Becquerel) per i loro studi sulle radiazioni e, nel 1911, del premio Nobel per la chimica per la sua scoperta del radio e del polonio. Marie Curie è stata l’unica donna tra i quattro vincitori di più di un Nobel e, insieme a Linus Pauling, l’unica ad averlo vinto in due aree distinte. Marie Curie crebbe nella Polonia russa; poiché qui le donne non potevano essere ammesse agli studi superiori, si trasferì a Parigi e nel 1891 iniziò a frequentare la Sorbona, dove si laureò in fisica e matematica. Nel dicembre del 1897 iniziò a compiere degli studi sulle sostanze radioattive, che da allora rimasero al centro dei suoi interessi. Dopo la morte accidentale del marito Pierre Curie, avvenuta nel 1906, le fu concesso di insegnare nella prestigiosa università della Sorbona. Due anni più tardi le venne assegnata la cattedra di fisica generale, diventando la prima donna ad insegnare alla Sorbona.

Ipàzia di Alessandria: è stata una matematica, astronoma e filosofa greca antica. Rappresentante della filosofia neo-platonica, la sua uccisione da parte di una folla di cristiani in tumulto, per alcuni autori composta di monaci detti parabolani, l’ha resa una «martire della libertà di pensiero».

George Sand, pseudonimo di Amantine, è stata una scrittrice e drammaturga francese. Considerata tra le autrici più prolifiche della storia della letteratura, è autrice di numerosi romanzi, novelle e drammi teatrali; tra i suoi scritti più illustri vi sono Indiana, Lélia, Consuelo, La palude del diavolo, La piccola Fadette, François le Champi e l’autobiografia Storia della mia vita (Histoire de ma vie).  Femminista molto moderata, fu attiva nel dibattito politico e partecipò, senza assumere una posizione di primo piano, al governo provvisorio del 1848, esprimendo posizioni vicine al socialismo, che abbandonò alla fine della sua vita per un moderato repubblicanesimo. La sua opposizione alla politica temporalistica e illiberale del papato le costò la messa all’Indice di tutti i suoi scritti nel dicembre del 1863. Sand è inoltre ricordata anche per il suo anticonformismo e per le relazioni sentimentali avute con lo scrittore Alfred de Mussete con il musicista Fryderyk Chopin.

Anna Maria Mozzoni è stata una giornalista italiana, attivista dei diritti civili e pioniera del femminismo in Italia.

Amelia Mary Earhart scomparsa nell’Oceano Pacifico presso l’isola Howland il 2 luglio 1937) è stata un’aviatrice statunitense. Sedici primati mondiali, ha ispirato libri, serie tv e film, come Star Trek, Il Corvo, Amelia, Una notte al museo. A fermarla è stato un incidente, ancora avvolto nel mistero, accaduto mentre stava per concludere il suo sogno più grande: il giro del mondo. Dopo 22.000 miglia, quando le mancava un terzo del tragitto per finire, è scomparsa. “Nelle spedizioni future le donne si assumeranno responsabilità sempre più grandi e il genere a cui appartengono inciderà sempre meno sul riconoscimento del loro valore, che avverrà alla luce dei risultati raggiunti”, di questo, Amalia era profondamente convinta.

Maria Tecla Artemisia Montessori fu un’educatrice, pedagogista,filosofa, medico e scienziata italiana, internazionalmente nota per il metodo educativo che prende il suo nome, adottato in migliaia di scuole materne, primarie, secondarie e superiori in tutto il mondo; fu tra le prime donne a laurearsi in medicina in Italia.

Wangari Muta Maathai  è stata un’ambientalista, attivista politica e biologa keniota. Nel 2004 è diventata la prima donna africana ad aver ricevuto il Premio Nobel per la Pace per «il suo contributo alle cause dello sviluppo sostenibile, della democrazia e della pace». È stata membro del parlamento keniota e Assistente Ministro per l’Ambiente e le Risorse Naturali nel governo del presidente Mwai Kibaki, fra il gennaio 2003 e il novembre 2005. Apparteneva all’etnia kikuyu.

Vorrei spendere anche qualche parola, per tutte le ragazze madri, che si trovano da sole a far crescere i figli, o alle donne perseguitate dai stalker. Finalmente sembra che ci sia la legge per gli incidenti stradali, possibile che non si riesca a fare di più per queste donne che vengono tormentate, picchiate, dobbiamo sempre aspettare, fino a quando è troppo tardi ??

Desidero finire questo blog dicendovi questo: che questa festa, sia ricordata per quello che è, e non si festeggi la donna, solo l’8 marzo, ma ogni giorno !

Gli operatori Museali della Fondazione Civici Musei augurano Felice 8 marzo a tutte le donne. Vi aspettiamo nei nostri musei !

English Version

8 March in Venice

mimosarezzonico

On the occasion of Women’s Day, Tuesday March 8, the Venetians civic museums offer free access to all women of the municipalities of the Metropolitan City of Venice, and visiting hours will be extended until 19.00 hours. The Foundation’s museums participating in this initiative are:

Correr Museum – Cà Pesaro Museum – Mocenigo Palace – Carlo Goldoni’s house – Natural History Museum – Glass Museum in Murano – Lace Museum in Burano – Fortuny Palace.

It ‘a wonderful initiative, and I am very happy about this. I think, unfortunately, that right now, Women’s Day, has become just a commercial event, and that we may forget the origin of this celebration, and what it means.

On March 25, 1911 happened the most devastating fire that New York has ever known; in only 18 minutes the Triangle factory became a death trap, and 146 people perished, including 123 women. The causes were due to the total absence of fire prevention rules, flammable fabrics stored for the whole factory, fabric scraps scattered around the floor, the men working as cutters sometimes smoked, the lighting was provided by lights open gas and there were a few buckets of water to put out fires.

These are the names of the victims, not to forget:

Adler, Lizzie, 24 – Altman Anna 16 – Ardito, Annina, 25 – Bassino, Rose, 31 – Benanti, Vincenza, 22 – Berger, Yetta, 18 – Bernstein, Essie, 19 – Bernstein, Jacob, 38 – Bernstein, Morris, 19 – Billota, Vincenza, 16 – Binowitz, Abraham, 30 – Birman, Gussie, 22 – Brenman, Rosie, 23 – Brenman, Sarah, 17 – Brodsky, Ida, 15 – Brodsky, Sarah, 21 – Brucks, Ada, 18 – Brunetti, Laura, 17 – Cammarata, Josephine, 17 – Caputo, Francesca, 17 – Carlisi,  – osephine, 31 – Caruso, Albina, 20 – Ciminello, Annie, 36 – Cirrito, Rosina, 18 – Cohen,  – nna, 25 – Colletti, Annie, 30 – Cooper, Sarah, 16 – Cordiano , Michelina, 25 – Dashefsky, Bessie, 25 – Del Castillo, Josie, 21 – Dockman, Clara, 19 – Donick, Kalman, 24 – Driansky, Nettie, 21 – Eisenberg, Celia, 17 – Evans, Dora, 18 – Feibisch, Rebecca, 20 – Fichtenholtz, Yetta, 18 – Fitze, Daisy Lopez, 26 – Floresta, Mary, 26 – Florin, Max, 23 – Franco, Jenne, 16 – Friedman, Rose, 18 – Gerjuoy, Diana, 18 – Gerstein, Molly, 17 – Giannattasio, Catherine, 22 – Gitlin, Celia, 17 – Goldstein, Esther, 20 – Goldstein, Lena, 22 – Goldstein, Mary, 18 – Goldstein, Yetta, 20 – Grasso, Rosie, 16 – Greb, Bertha, 25 – Grossman, Rachel, 18 – Herman, Mary, 40 – Hochfeld, Esther, 21 – Hollander, Fannie, 18 -Horowitz, Pauline, 19 – Jukofsky, Ida, 19 -Kanowitz, Ida, 18 -Kaplan, Tessie, 18 -Kessler, Beckie, 19 -Klein, Jacob, 23 -Koppelman, Beckie, 16 -Kula, Bertha, 19 -Kupferschmidt, Tillie, 16 -Kurtz, Benjamin, 19 -L’Abbate, Annie, 16 -Lansner, Fannie, 21 -Lauletti, Maria Giuseppa, 33

Lederman, Jennie, 21 -Lehrer, Max, 18 -Lehrer, Sam, 19 -Leone, Kate, 14 -Leventhal, Mary, 22 – Levin, Jennie, 19 -Levine, Pauline, 19 – Liebowitz, Nettie, 23 -Liermark, Rose, 19 -Maiale, Bettina, 18 -Maiale, Frances, 21 -Maltese, Catherine, 39 -Maltese, Lucia, 20 -Maltese, Rosaria, 14 -Manaria, Maria, 27 -Mankofsky, Rose, 22 – Mehl, Rose, 15 – Meyers, Yetta, 19 – Midolo, Gaetana, 16 – Miller, Annie, 16 – Neubauer, Beckie, 19 – Nicholas,  – nnie, 18 – Nicolosi, Michelina, 21 – Nussbaum, Sadie, 18 – Oberstein, Julia, 19 – Oringer, Rose, 19 – Ostrovsky , Beckie, 20 – Pack, Annie, 18 – Panno, Provindenza, 43, Pasqualicchio, Antonietta, 16 – Pearl, Ida, 20 – Pildescu, Jennie, 18 – Pinelli, Vincenza, 30 – Prato, Emilia, 21 – Prestifilippo, Concetta, 22 – Reines, Beckie, 18 – Rosen (Loeb), Louis, 33 – Rosen, Fannie, 21 – Rosen, Israel, 17 – Rosen, Julia, 35 – Rosenbaum, Yetta, 22 – Rosenberg, Jennie, 21 – Rosenfeld, Gussie, 22 – Rothstein, Emma, 22 – Rotner, Theodore, 22 – Sabasowitz, Sarah, 17 – Salemi, Santina, 24 – Saracino, Sarafina, 25 – Saracino, Teresina, 20 – Schiffman, Gussie, 18 – Schmidt, Theresa, 32 – Schneider, Ethel, 20 – Schochet, Violet, 21 – Schpunt, Golda, 19 – Schwartz, Margaret, 24 – Seltzer, Jacob, 33 – Shapiro, Rosie, 17 – Sklover, Ben, 25 – Sorkin, Rose, 18 – Starr, Annie, 30 – Stein, Jennie, 18 – Stellino, Jennie, 16 – Stiglitz, Jennie, 22 – Taback, Sam, 20 – Terranova, Clotilde, 22  Tortorelli, Isabella, 17 – Utal, Meyer, 23 – Uzzo, Catherine, 22 – Velakofsky, Frieda, 20 – Viviano, Bessie, 15 – Weiner, Rosie, 20 – Weintraub, Sarah, 17 – Weisner, Tessie, 21 – Welfowitz, Dora, 21 – Wendroff, Bertha, 18 – Wilson, Joseph, 22 – Wisotsky, Sonia, 17.

We must not forget them, as we must not forget the role that women occupy in today’s life, women who fight, who suffer. It seems a coincidence that in this period, is in theaters this film:

 

The term suffragettes were indicated belonging to a female emancipation movement started to gain the right to vote for women. Later the word “suffragette” has come to indicate, the woman who struggles or strives to achieve recognition of the full dignity of women, coinciding with the term feminist. Along with them, there were many other women, who have fought for their rights, or make their way in a man’s world, here are some names that I found:

Maria Sklodowska, known as Marie Curie, was a chemistry and physics Polish and French followed. In 1903 he was awarded the Nobel Prize in Physics (together with her husband Pierre Curie and Henri Becquerel) for their studies on radiation and, in 1911, the Nobel Prize for Chemistry for her discovery of radium and polonium. Marie Curie was the only woman among the four winners of the Nobel and, along with Linus Pauling, the only one to have won it in two distinct areas. Marie Curie grew in Russian Poland; because here women could not be admitted to higher education, he moved to Paris and in 1891 he attended the Sorbonne, where he graduated in physics and mathematics. In December of 1897 he began making studies of the radioactive substances, which has since remained the center of his interests. After the accidental death of her husband Pierre Curie, in 1906, she was allowed to teach at the prestigious Sorbonne University. Two years later she accepted the chair of general physics, becoming the first woman to teach at the Sorbonne.

Hypatia of Alexandria was a mathematician, astronomer and ancient Greek philosopher. Representative of the neo-Platonic philosophy, she’s killing by a mob of Christians in turmoil, for some authors composed of such parabolani monks, has made a “martyr of the freedom of thought.”

George Sand, pseudonym of Amantine, was a French writer and playwright. Considered one of the most prolific authors of the history of literature, she is the author of numerous novels, short stories and dramas; among her most illustrious include Indiana, Lélia, Consuelo, The Swamp Devil, Little Fadette, François le Champi and autobiography The Story of My Life (Histoire de ma vie). Feminist very moderate, was active in the political debate and participated, without assuming a leading position, the Provisional Government of 1848, expressing positions close to socialism, who left at the end of his life to a moderate republicanism. Her opposition to temporalistic illiberal politics and the papacy cost her placed on the Index of all his writings in December 1863. Sand  is also remembered for her unconventionality and romantic relationships she had with the writer Alfred de Mussete, and with the composer Fryderyk Chopin.

Anna Maria Mozzoni was an Italian journalist, a civil rights activist and a pioneer of feminism in Italy.

Amelia Mary Earhart disappeared in the Pacific Ocean near the island Howland July 2, 1937. She was an American aviator. Sixteen world records, she has inspired books, TV series and films, such as Star Trek, The Crow, Amelia, Night at the Museum. What stop her, was an accident, still shrouded in mystery, it happened while she was about to finish her biggest dream: travel around the world. After 22,000 miles, when she missed a third of the way to finish, she has disappeared. “In future shipments women will take on increasingly important responsibilities, and gender to which they belong will impact less on the recognition of their value, which will take place in the light of the results achieved,” of this, Amalia was deeply convinced.

Maria Tecla Artemisia Montessori was a teacher, educator, philosopher, doctor and Italian scientist, internationally known for hers educational method that takes hers name, adopted in thousands of kindergartens, primary schools, secondary and higher around the world; She was among the first women to graduate in medicine in Italy.

Wangari Muta Maathai was an environmentalist, political activist and Kenyan biologist. In 2004 she became the first African woman to receive the Nobel Peace Prize for “her contribution to the cause of sustainable development, democracy and peace”. She was a member of parliament and the Kenyan Assistant Minister for Environment and Natural Resources in the government of President Mwai Kibaki between January 2003 and November 2005. She belonged to ethnic Kikuyu.

And after these important  women of history, I wish to say a few words, for all single mothers, who are on their own to bring up their children, or for the women who are harassed by stalkers. Finally there seems to be a law for traffic accidents,  but why we may not be able to do more for these women who are harassed, beaten, why we always have to wait until it is too late ??

I wish to end this blog  saying this: Let  this day, be remembered for what it is, and  do not celebrate the women, only on March 8, but every day!

The Attendants Museums of the  Foundation Civic Museums wish Happy March 8 to all women! We will be waiting for you all in our museums!

S. Valentino

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E dopo Carnevale, ecco un’altra splendida occasione per voi tutti che venite a visitare Venezia ! Quale magnifica occasione di visitare una città romantica come Venezia, proprio nel giorno di S. Valentino ! E perché non farlo dentro ai Musei Civici ?

Una leggenda, dice che il ponte dei sospiri di Palazzo Ducale, è il ponte degli innamorati, ma purtroppo devo confessarvi che non è così. I sospiri non erano di innamorati , ma di condannati alle prigioni del Palazzo, e quando attraversavano il ponte, attraverso le inferiate, potevano vedere per l’ultima volta il mondo esterno, ecco il perché dei sospiri.

Ma leggenda a parte, tutta la città di Venezia è romantica e meta ideale per il vostro S. Valentino, e potete prendere due piccioni con una fava e visitare i magnifici Musei Civici ! Palazzo Ducale, Museo di Cà Rezzonico, Museo Correr, Palazzo Fortuny, Casa Goldoni, Palazzo Mocenigo, Museo di Cà Pesaro ! Sono tutte mete speciali per passare un week end (o più giorni) per le coppie innamorate.. Vi aspettiamo !!

S. Valentine’s day in Venice !

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And after the Carnival, you have another wonderful opportunity  to visit Venice! What a unique occasion to visit a romantic city like Venice, right in the Valentine’s Day! And why not do it visiting the beautiful Civic Museums?

A legend says that the bridge of sighs of the Doge’s Palace, is the bridge of lovers, but unfortunately I have to confess that it is not true! The sighs were not from men in love, but from the sentenced criminals to the prisons of the palace, when they crossed the bridge, through the bars, they could see for the last time the outside world, that’s why they sighed.

But legends aside, the whole city of Venice is romantic and ideal destination for your S.Valentine’s day and  you can kill two birds with one stone choosing to visit the magnificent Civic Museums while you are there! The Doge’s Palace, the Museum of Ca ‘Rezzonico, Correr Museum, Fortuny’s Palace, Goldoni’s House, Mocenigo’s Palace, the Museum of Cà Pesaro! They are all special places to spend a weekend (or more days) for couples in love .. Come, we will welcome all of you with open arms !!