Senti l’Urlo? Munch al Candiani: Il Viaggio Gratis che Connette l’Angoscia del ‘900 al Presente
Amici appassionati d’arte, segnatevi questa data sul calendario: il Centro Culturale Candiani di Mestre sta per regalarci un’esperienza che va dritta al cuore. Dal 30 ottobre 2025 al 1 marzo 2026, qui potremo immergerci in “MUNCH. La rivoluzione espressionista”, una mostra che è molto più di una semplice esposizione: è un vero e proprio viaggio attraverso l’anima e l’angoscia che ha plasmato l’arte moderna. E la notizia bomba? L’ingresso è gratuito, basta registrarsi online! 🎉
Dove il MUVE Incontra Mestre
Se siete di Venezia o dintorni, sapete bene che il Candiani non è un luogo qualunque. È il polo che la Fondazione Musei Civici di Venezia (MUVE), in collaborazione strettissima con la Galleria Internazionale d’Arte Moderna di Ca’ Pesaro, usa per portare a Mestre mostre di altissimo livello sull’arte moderna e contemporanea. L’obiettivo è chiaro: rendere accessibile e vitale l’enorme patrimonio delle collezioni veneziane. E quest’anno, si fa sul serio, partendo proprio da Edvard Munch.
La curatrice, Elisabetta Barisoni, ha avuto un’idea geniale: partire dalle opere di Munch già custodite a Ca’ Pesaro per capire come il suo segno, quel graffio sulla tela o sulla lastra, abbia di fatto inaugurato un modo nuovo di sentire e dipingere il mondo. Munch non ti racconta cosa vede, ma cosa prova. Ed è questo il segreto della sua rivoluzione. Il punto di partenza di questo viaggio è un nucleo preziosissimo di quattro opere grafiche esemplari di Munch, conservate proprio nelle collezioni di Ca’ Pesaro. Attraverso tecniche diverse – dalla puntasecca all’acquatinta, dall’acquaforte alla litografia – il Maestro norvegese ha saputo imprimere sulle matrici l’intensità del sentimento umano.
Parliamo di opere iconiche come l’“Angoscia”, “L’urna”, “La fanciulla e la morte” e “Ceneri”. Questi lavori non sono semplici stampe: sono la prova della ferocia e dell’espressività del segno di Munch, l’evidenza di come, per lungo tempo, egli sia stato noto in Europa quasi esclusivamente per la sua grafica potente. Da questi capolavori, che segnano l’inizio della rivoluzione, si dipana poi tutto il percorso espositivo.
- Angoscia – rappresenta l’angoscia esistenziale e la paura interiore che attanaglia l’uomo moderno. I volti deformati e i colori intensi traducono visivamente uno stato d’animo di ansia e smarrimento.
- L’Urna – riflette sul tema della morte e del lutto; l’urna funebre diventa simbolo della fragilità umana e della consapevolezza della fine, con un tono più meditativo che drammatico.
- La fanciulla e la morte – riprende un motivo simbolico diffuso fin dal Rinascimento: la giovinezza contrapposta all’inevitabilità della morte. In Munch diventa una scena intensa e psicologica, dove eros e thanatos si intrecciano.
- Ceneri – mostra la dissoluzione di un amore e il senso di vuoto che segue la passione. L’ambiente e i colori sottolineano la tensione emotiva tra desiderio, colpa e perdita.
Nel complesso, queste opere rispecchiano i temi centrali dell’arte di Munch: amore, angoscia, morte e solitudine, cioè le grandi emozioni umane filtrate attraverso una sensibilità profondamente espressionista.
Un Allestimento Luminoso e a 360 Gradi
E a proposito di “sentire,” la scelta della location è stata azzeccatissima! La mostra è ospitata al terzo piano del Candiani, proprio nell’area che per anni è stata la sede del prestigioso Premio Pittura Mestre. Qui, le sale espositive sono letteralmente baciate dalla luce naturale grazie alle ampie finestre. È un magnifico cambiamento rispetto alla penombra che spesso avvolge le mostre d’arte. Di giorno, la luce del sole esalta i colori e le incisioni di Munch; di sera, invece, le pareti vetrate offrono uno spettacolo mozzafiato su Mestre illuminata. Questa luminosità è un regalo, perché permette un’immersione nelle opere in un contesto aperto e dinamico, rendendo la visita un’esperienza visiva a 360 gradi. Finalmente !!
Il Fiume in Piena dell’Espressionismo
Ma la cosa che rende questa mostra imperdibile è il modo in cui ci mostra l’eco di quell’Urlo. Non ci si ferma al Maestro norvegese, anzi. La sua voce diventa il ponte verso un’arte che non ha paura di urlare il proprio disagio. Vedremo come quel senso di smarrimento si sia trasformato nella cruda, tagliente denuncia dell’Espressionismo tedesco. Troviamo artisti come Otto Dix e Max Beckmann, che con i loro volti deformati e i paesaggi lacerati ci sbattono in faccia il dramma della guerra e il caos della Repubblica di Weimar. È un’arte potente, di quelle che ti lasciano il segno.
Ma il viaggio non finisce qui! La mostra ci proietta fino al presente, facendoci capire che l’angoscia e la solitudine sono sentimenti, purtroppo, senza tempo. L’eredità di Munch risuona nelle installazioni perturbanti di Tony Oursler, nelle performance che mettono alla prova i limiti del corpo e della mente di Marina Abramović , e nell’arte di denuncia sociale di Shirin Neshat . È affascinante vedere come i “demoni” di Munch vivano ancora, assumendo nuove forme nel linguaggio contemporaneo.
Ma Perché Devi Assolutamente Andare?
Te lo dico chiaro: devi andarci perché questa mostra è un’occasione unica per capire davvero l’arte del Novecento e quella attuale.
1. È una Lezione con Vista sul Futuro: Raramente si ha la possibilità di vedere un dialogo così serrato tra i padri dell’Espressionismo (Munch) e i suoi eredi diretti (Dix, Beckmann) e spirituali (Abramović, Oursler). Ti fa connettere i puntini della storia dell’arte in modo brillante.
2. È Profondamente Umana: Se l’arte deve emozionare, questa mostra lo farà. Tocca i temi universali del dolore, della violenza, dell’amore malato. Ti farà uscire con la sensazione di aver compreso qualcosa in più, non solo sull’arte, ma su te stesso.
3. Arte di Qualità, Gratuita! Il fatto che una mostra di questo calibro sia offerta gratuitamente è un regalo da non lasciarsi scappare. Un plauso al MUVE per aver reso la grande arte così accessibile.
Insomma, non prendetela come una semplice “gita fuori porta”. Prendete il treno o la macchina e venite al Candiani a Mestre. L’Urlo di Munch non è solo storia, è ancora qui che risuona, potente, e aspetta solo di essere ascoltato. Ci vediamo in mostra! 👋































































