Senti l’Urlo? Munch al Candiani: Il Viaggio Gratis che Connette l’Angoscia del ‘900 al Presente
Amici appassionati d’arte, segnatevi questa data sul calendario: il Centro Culturale Candiani di Mestre sta per regalarci un’esperienza che va dritta al cuore. Dal 30 ottobre 2025 al 1 marzo 2026, qui potremo immergerci in “MUNCH. La rivoluzione espressionista”, una mostra che è molto più di una semplice esposizione: è un vero e proprio viaggio attraverso l’anima e l’angoscia che ha plasmato l’arte moderna. E la notizia bomba? L’ingresso è gratuito, basta registrarsi online! 🎉
Dove il MUVE Incontra Mestre
Se siete di Venezia o dintorni, sapete bene che il Candiani non è un luogo qualunque. È il polo che la Fondazione Musei Civici di Venezia (MUVE), in collaborazione strettissima con la Galleria Internazionale d’Arte Moderna di Ca’ Pesaro, usa per portare a Mestre mostre di altissimo livello sull’arte moderna e contemporanea. L’obiettivo è chiaro: rendere accessibile e vitale l’enorme patrimonio delle collezioni veneziane. E quest’anno, si fa sul serio, partendo proprio da Edvard Munch.
La curatrice, Elisabetta Barisoni, ha avuto un’idea geniale: partire dalle opere di Munch già custodite a Ca’ Pesaro per capire come il suo segno, quel graffio sulla tela o sulla lastra, abbia di fatto inaugurato un modo nuovo di sentire e dipingere il mondo. Munch non ti racconta cosa vede, ma cosa prova. Ed è questo il segreto della sua rivoluzione. Il punto di partenza di questo viaggio è un nucleo preziosissimo di quattro opere grafiche esemplari di Munch, conservate proprio nelle collezioni di Ca’ Pesaro. Attraverso tecniche diverse – dalla puntasecca all’acquatinta, dall’acquaforte alla litografia – il Maestro norvegese ha saputo imprimere sulle matrici l’intensità del sentimento umano.
Parliamo di opere iconiche come l’“Angoscia”, “L’urna”, “La fanciulla e la morte” e “Ceneri”. Questi lavori non sono semplici stampe: sono la prova della ferocia e dell’espressività del segno di Munch, l’evidenza di come, per lungo tempo, egli sia stato noto in Europa quasi esclusivamente per la sua grafica potente. Da questi capolavori, che segnano l’inizio della rivoluzione, si dipana poi tutto il percorso espositivo.
Angoscia – rappresenta l’angoscia esistenziale e la paura interiore che attanaglia l’uomo moderno. I volti deformati e i colori intensi traducono visivamente uno stato d’animo di ansia e smarrimento.
L’Urna – riflette sul tema della morte e del lutto; l’urna funebre diventa simbolo della fragilità umana e della consapevolezza della fine, con un tono più meditativo che drammatico.
La fanciulla e la morte – riprende un motivo simbolico diffuso fin dal Rinascimento: la giovinezza contrapposta all’inevitabilità della morte. In Munch diventa una scena intensa e psicologica, dove eros e thanatos si intrecciano.
Ceneri – mostra la dissoluzione di un amore e il senso di vuoto che segue la passione. L’ambiente e i colori sottolineano la tensione emotiva tra desiderio, colpa e perdita.
Nel complesso, queste opere rispecchiano i temi centrali dell’arte di Munch: amore, angoscia, morte e solitudine, cioè le grandi emozioni umane filtrate attraverso una sensibilità profondamente espressionista.
Un Allestimento Luminoso e a 360 Gradi
E a proposito di “sentire,” la scelta della location è stata azzeccatissima! La mostra è ospitata al terzo piano del Candiani, proprio nell’area che per anni è stata la sede del prestigioso Premio Pittura Mestre. Qui, le sale espositive sono letteralmente baciate dalla luce naturale grazie alle ampie finestre. È un magnifico cambiamento rispetto alla penombra che spesso avvolge le mostre d’arte. Di giorno, la luce del sole esalta i colori e le incisioni di Munch; di sera, invece, le pareti vetrate offrono uno spettacolo mozzafiato su Mestre illuminata. Questa luminosità è un regalo, perché permette un’immersione nelle opere in un contesto aperto e dinamico, rendendo la visita un’esperienza visiva a 360 gradi. Finalmente !!
Il Fiume in Piena dell’Espressionismo
Ma la cosa che rende questa mostra imperdibile è il modo in cui ci mostra l’eco di quell’Urlo. Non ci si ferma al Maestro norvegese, anzi. La sua voce diventa il ponte verso un’arte che non ha paura di urlare il proprio disagio. Vedremo come quel senso di smarrimento si sia trasformato nella cruda, tagliente denuncia dell’Espressionismo tedesco. Troviamo artisti come Otto Dix e Max Beckmann, che con i loro volti deformati e i paesaggi lacerati ci sbattono in faccia il dramma della guerra e il caos della Repubblica di Weimar. È un’arte potente, di quelle che ti lasciano il segno.
Ma il viaggio non finisce qui! La mostra ci proietta fino al presente, facendoci capire che l’angoscia e la solitudine sono sentimenti, purtroppo, senza tempo. L’eredità di Munch risuona nelle installazioni perturbanti di Tony Oursler, nelle performance che mettono alla prova i limiti del corpo e della mente di Marina Abramović , e nell’arte di denuncia sociale di Shirin Neshat . È affascinante vedere come i “demoni” di Munch vivano ancora, assumendo nuove forme nel linguaggio contemporaneo.
Ma Perché Devi Assolutamente Andare?
Te lo dico chiaro: devi andarci perché questa mostra è un’occasione unica per capire davvero l’arte del Novecento e quella attuale.
1. È una Lezione con Vista sul Futuro: Raramente si ha la possibilità di vedere un dialogo così serrato tra i padri dell’Espressionismo (Munch) e i suoi eredi diretti (Dix, Beckmann) e spirituali (Abramović, Oursler). Ti fa connettere i puntini della storia dell’arte in modo brillante. 2. È Profondamente Umana: Se l’arte deve emozionare, questa mostra lo farà. Tocca i temi universali del dolore, della violenza, dell’amore malato. Ti farà uscire con la sensazione di aver compreso qualcosa in più, non solo sull’arte, ma su te stesso. 3. Arte di Qualità, Gratuita! Il fatto che una mostra di questo calibro sia offerta gratuitamente è un regalo da non lasciarsi scappare. Un plauso al MUVE per aver reso la grande arte così accessibile.
Insomma, non prendetela come una semplice “gita fuori porta”. Prendete il treno o la macchina e venite al Candiani a Mestre. L’Urlo di Munch non è solo storia, è ancora qui che risuona, potente, e aspetta solo di essere ascoltato. Ci vediamo in mostra! 👋
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Venezia risorge nell’arte: Galeries Bartoux, Dalí e l’ex Cinema Accademia diventano magia
Se pensavate che Venezia avesse già mostrato tutte le sue meraviglie, preparatevi a restare a bocca aperta. È nata una nuova stella nel firmamento dell’arte contemporanea: “Galeries Bartoux” ha aperto la sua prima sede italiana nell’ex Cinema Accademia a Dorsoduro – un luogo che per decenni è stato il cuore pulsante del cinema d’essai veneziano – e lo ha trasformato in qualcosa di epico, di sensoriale, di profondamente emozionante.
Chi sono le Galeries Bartoux
Da più di trent’anni le Bartoux sono sinonimo di ricerca estetica, di audacia creativa, di spazi eleganti dove l’arte non è solo da guardare, ma da vivere. Fondate da Robert & Isabelle Bartoux nel 1993, hanno ampliato la loro presenza globale con gallerie a Parigi, Londra, Miami, New York, Monaco, Singapore… tutte accomunate dallo stile Bartoux: un mix raffinato fra grandi maestri consolidati (scultori, pittori, street‑artists) e giovani talenti emergenti. Bartoux non è solo esposizione: è esperienza. Realtà aumentata, spazi immersivi, dialogo fra arte, architettura, design. Ogni galleria è vetrina prestigiosa ma anche luogo d’innamoramento estetico.
Venezia: l’ex Cinema Accademia come palco di un sogno
Immaginate: un cinema storico, chiuso nel 2002, con le sue sedute, il buio, il fascino retrò, che si risveglia in una veste nuova. Le pareti, il soffitto, le volte – perfino il pavimento – ora diventano tele immense, coinvolgenti, capaci di trasportare lo spettatore dentro un sogno. L’ex Cinema Accademia, attivo dal 1928, e costruito su un teatro del XVI secolo, è stato restaurato con grande attenzione al passato, ma proiettato verso il futuro. Lo spazio è di circa 1.200 m²: sale espositive, un cinema immersivo di 500 metri quadrati con un’altezza di circa 12 metri (cioè puoi guardare in alto, sentirti “avvolto” dal racconto), un “Café des Arts” curato da Le Marcandole, un giardino privato di sculture. Il concept si chiama Bartoux Experience: arte, design, tecnologia, comunità, emozione.
Dalí è Venezia: surrealismo in mostra, immersività e incanto
Il grande protagonista dell’apertura è Salvador Dalí. Bartoux collabora con Dalí Universe per presentare la mostra “Dalí è Venezia”. Sarà una selezione di sculture, dipinti, litografie del maestro del Surrealismo. Ma non è tutto: al contempo verrà inaugurato il cinema immersivo con una produzione video inedita, intitolata Una Serenissima come sogno surreale di Salvador Dalí. Un’esperienza che non si limita al contemplare, ma che avvolge lo spettatore, lo trasforma in protagonista. Dalí ebbe legami reali con Venezia: partecipò alla Biennale del 1954, creò un poster per Piazza San Marco nel 1976, dipinse “Othello rêvant de Venise” nel 1982. Questi riferimenti rendono l’omaggio “Dalí è Venezia” non solo bello, ma toccante, come se la città stessa fosse chiamata a dialogare con il suo visitatore attraverso il surrealismo.
🎶 Musica, magie, folla: una serata da sogno
E qui entra il cuore emozionale dell’evento: l’inaugurazione non è stata una semplice cerimonia, ma un’esperienza totale. Il locale gremito, un fermento nell’aria. Sulle terrazze o attici, violiniste in abito elegante che si librano sulle note, invitano l’udito a sposarsi con la vista, la pelle, il respiro. Immaginate: note dolci che risuonano mentre proiezioni immersive avvolgono le pareti, figure surreali che prendono vita e la città lagunare che si riflette in ogni quadro, ogni scultura. La folla? Decine, centinaia, fuori veneziani entusiasti, curiosi di passaggio, dentro appassionati d’arte, famiglie, influencers, critici. Un vero successo: applausi, ammirazione, commenti meravigliati. Tutto avvolto da luci, riflessi, texture, suoni di violini che sembravano sospesi nel cielo di Venezia.
🌟 Tecnologia già vista altrove, ma reinventata a Venezia
L’uso dell’esperienza immersiva (video, proiezioni, spazi che trasformano la percezione) non è del tutto nuovo per Bartoux: spiegazioni, anticipazioni parlano di realtà aumentata, virtual galleries, innovazioni similari. Ma la vera novità è come queste tecnologie siano integrate qui, nell’ex Cinema Accademia: l’altezza del soffitto, la grande volumetria, la storia dello spazio (cinema / teatro) rendono tutto perfetto per proiezioni immersive, suoni riverberanti, giochi fra luce e architettura.
✅ Risultato: un successo che promette continuità
L’inaugurazione è stata già segnata come una serata memorabile: ottima affluenza, entusiasmo vero, critica positiva. “Dalí è Venezia” non è solo una mostra, ma una promessa: che Bartoux abbia restituito alla città un luogo di cultura, ma anche di comunità, di gioia, di stupore. Che l’arte possa catturare non solo lo sguardo, ma il cuore. E che questa nuova casa dell’arte abbia già cominciato a vivere, a respirare, a emozionare.
Venice transforms into a surrealist dream: the Galeries Bartoux inaugurate the Gallerie Bartoux in the former Cinema Accademia!
Venice resurfaces in art: Galeries Bartoux, Dalí, and the former Cinema Accademia become magical
If you thought Venice had already shown all its wonders, prepare to be amazed. A new star has been born in the firmament of contemporary art: “Galeries Bartoux” has opened its first Italian location in the former Cinema Accademia in Dorsoduro—a place that for decades was the beating heart of Venetian arthouse cinema—and has transformed it into something epic, sensorial, and profoundly moving.
Who are Galeries Bartoux
For more than thirty years the Bartoux have been synonymous with aesthetic research, creative audacity, elegant spaces where art is not just to be looked at, but to be experienced. Founded by Robert & Isabelle Bartoux, founded in 1993, has expanded their global presence with galleries in Paris, London, Miami, New York, Monaco, and Singapore—all sharing the Bartoux style: a refined blend of established masters (sculptors, painters, and street artists) and emerging young talents. Bartoux isn’t just an exhibition: it’s an experience. Augmented reality, immersive spaces, and a dialogue between art, architecture, and design. Each gallery is a prestigious showcase but also a place of aesthetic romance.
Venice: the former Cinema Accademia as the stage for a dream
Imagine: a historic cinema, closed in 2002, with its seats, darkness, and retro charm, awakening in a new guise. The walls, the ceiling, the vaults—even the floor—now become immense, engaging canvases, capable of transporting the viewer into a dream. The former Cinema Accademia, open since 1928 and built on a 16th-century theater, has been restored with great attention to the past, but with a focus on the future. The space is approximately 1,200 m²: exhibition halls, a 500-square-meter immersive cinema about 12 meters high (so you can look up and feel “enveloped” by the story), a “Café des Arts” curated by Le Marcandole, and a private sculpture garden. The concept is called Bartoux Experience: art, design, technology, community, emotion.
Dalí is Venice: surrealism on display, immersion and enchantment
The star of the opening is Salvador Dalí. Bartoux collaborates with Dalí Universe to present the exhibition “Dalí is Venice.” It will feature a selection of sculptures, paintings, and lithographs by the master of Surrealism. But that’s not all: at the same time, the immersive cinema will be inaugurated with a new video production, entitled “A Serenissima as a Surreal Dream by Salvador Dalí.” An experience that isn’t limited to contemplation, but envelops the viewer, transforming them into protagonists. Dalí had real ties to Venice: he participated in the 1954 Biennale, created a poster for PiazZa San Marco in 1976, he painted “Othello rêvant de Venise” in 1982. These references make the homage “Dalí is Venice” not only beautiful, but touching, as if the city itself were called to dialogue with its visitor through surrealism.
🎶 Music, magic, crowd: a dream evening
And here comes the emotional heart of the event: the inauguration wasn’t just a simple ceremony, but a total experience. The venue was packed, a buzz in the air. On terraces or attics, elegantly dressed violinists soar to the music, inviting the ear to marry the sight, the skin, the breath. Imagine: sweet notes resonating while immersive projections envelop the walls, surreal figures coming to life, and the lagoon city reflected in every painting, every sculpture. The crowd? Dozens, hundreds, enthusiastic Venetians outside, curious passers-by, art lovers, families, influencers, and critics inside. A true success: applause, admiration, and amazed comments. All wrapped in lights, reflections, textures, and the sounds of violins that seemed suspended in the Venetian sky.
🌟 Technology already seen elsewhere, but reinvented in Venice
The use of immersive experiences (videos, projections, spaces that transform perception) is not entirely new to Bartoux: explanations and previews speak of augmented reality, virtual galleries, and similar innovations. But the real innovation is how these technologies are integrated here, in the former Cinema Accademia: the height of the ceiling, the large volume, the history of the space (cinema/theater) make everything perfect for immersive projections, reverberating sounds, and interplays of light and architecture.
✅ Result: a success that promises continuity
The inauguration has already been marked as a memorable evening: excellent A turnout, genuine enthusiasm, and positive reviews. “Dalí is Venice” isn’t just an exhibition, it’s a promise: that Bartoux has given the city a place of culture, but also of community, joy, and wonder. That art can capture not only the eye, but the heart. And that this new home of art has already begun to live, breathe, and excite.
Venise se transforme en rêve surréaliste : les Galeries Bartoux inaugurent la Gallerie Bartoux dans l’ancien Cinéma Accademia !
Venise refait surface dans l’art : les Galeries Bartoux, Dalí et l’ancien Cinéma Accademia deviennent magiques
Si vous pensiez que Venise avait déjà dévoilé toutes ses merveilles, préparez-vous à être émerveillé. Une nouvelle étoile est née au firmament de l’art contemporain : les Galeries Bartoux ont ouvert leur premier espace italien dans l’ancien Cinéma Accademia de Dorsoduro, un lieu qui fut pendant des décennies le cœur battant du cinéma d’art et d’essai vénitien, et l’ont transformé en un lieu épique, sensoriel et profondément émouvant.
Qui sont les Galeries Bartoux ?
Depuis plus de trente ans, la maison Bartoux est synonyme de recherche esthétique, d’audace créative et d’espaces élégants où l’art ne se contente pas d’être regardé, mais s’expérimente. Fondée par Robert & Fondée en 1993, Isabelle Bartoux a étendu sa présence internationale avec des galeries à Paris, Londres, Miami, New York, Monaco et Singapour, toutes partageant le style Bartoux : un mélange raffiné de maîtres reconnus (sculpteurs, peintres et street artistes) et de jeunes talents émergents. Bartoux n’est pas seulement une exposition : c’est une expérience. Réalité augmentée, espaces immersifs et dialogue entre art, architecture et design. Chaque galerie est une vitrine prestigieuse, mais aussi un lieu de romance esthétique.
Venise : l’ancien Cinéma Accademia, théâtre d’un rêve
Imaginez : un cinéma historique, fermé en 2002, avec ses fauteuils, son obscurité et son charme rétro, se réveille sous un nouveau jour. Les murs, le plafond, les voûtes, et même le sol, deviennent désormais d’immenses toiles captivantes, capables de transporter le spectateur dans un rêve. L’ancien Cinéma Accademia, ouvert depuis 1928 et construit sur un théâtre du XVIe siècle, a été restauré avec une grande attention portée au passé, mais avec une attention particulière portée à l’avenir. L’espace d’environ 1 200 m² comprend des salles d’exposition, un cinéma immersif de 500 m² à environ 12 mètres de hauteur (pour que vous puissiez lever les yeux et vous sentir enveloppé par l’histoire), un « Café des Arts » organisé par Le Marcandole, et un jardin de sculptures privé. Le concept s’appelle Bartoux Experience : art, design, technologie, communauté, émotion.
Dalí est Venise : le surréalisme exposé, immersion et enchantement
La star du vernissage est Salvador Dalí. Bartoux collabore avec Dalí Universe pour présenter l’exposition « Dalí is Venice ». Elle présentera une sélection de sculptures, de peintures et de lithographies du maître du surréalisme. Mais ce n’est pas tout : parallèlement, le cinéma immersif sera inauguré avec une nouvelle production vidéo intitulée « Une Sérénissime comme rêve surréaliste de Salvador Dalí ». Une expérience qui ne se limite pas à la contemplation, mais enveloppe le spectateur, le transformant en protagoniste. Dalí entretenait des liens étroits avec Venise : il a participé à la Biennale de 1954, créé une affiche pour la place Saint-Marc en 1976, peint « Othello rêvant de Veni » (Othello, le rêveur de Venise) la même année et créé « Le Secret de Venise ».Après avoir quitté San Marco en 1976, il peint « Othello rêvant de Venise » en 1982. Ces références rendent l’hommage « Dalí est Venise » non seulement beau, mais touchant, comme si la ville elle-même était appelée à dialoguer avec son visiteur à travers le surréalisme.
🎶 Musique, magie, foule : une soirée de rêve
Et voici le cœur émotionnel de l’événement : l’inauguration n’était pas une simple cérémonie, mais une expérience à part entière. La salle était pleine à craquer, l’ambiance était palpable. Sur les terrasses ou les greniers, des violonistes élégamment vêtus s’élancent au rythme de la musique, invitant l’oreille à épouser la vue, la peau, le souffle. Imaginez : de douces notes résonnent tandis que des projections immersives enveloppent les murs, des figures surréalistes prennent vie, et la ville lagunaire se reflète dans chaque tableau, chaque sculpture. La foule ? Des dizaines, des centaines : des Vénitiens enthousiastes à l’extérieur, des passants curieux, des amateurs d’art, des familles, des influenceurs et des critiques à l’intérieur. Un véritable succès : applaudissements, admiration et commentaires émerveillés. Le tout enveloppé de lumières, de reflets, de textures et du son des violons qui semblait suspendu dans le ciel vénitien.
🌟 Une technologie déjà vue ailleurs, mais réinventée à Venise
L’utilisation d’expériences immersives (vidéos, projections, espaces transformant la perception) n’est pas une nouveauté pour Bartoux : explications et aperçus évoquent la réalité augmentée, les galeries virtuelles et autres innovations similaires. Mais la véritable innovation réside dans la manière dont ces technologies sont intégrées ici, dans l’ancien Cinéma Accademia : la hauteur sous plafond, le volume important et l’histoire du lieu (cinéma/théâtre) se prêtent parfaitement aux projections immersives, aux sons réverbérants et aux jeux de lumière et d’architecture.
✅ Résultat : un succès qui promet la continuité
L’inauguration a déjà été marquée par une soirée mémorable : une excellente affluence, un enthousiasme sincère et des critiques positives. « Dalí est Venise » n’est pas seulement une exposition, c’est une promesse : Bartoux a offert à la ville un lieu de culture, mais aussi de convivialité, de joie et d’émerveillement. Que l’art puisse captiver non seulement les yeux, mais aussi le cœur. Et ce nouveau foyer de l’art a déjà commencé à vivre, à respirer et à s’animer.
La mostra dedicata a Roberto Matta, uno dei più importanti artisti del XX secolo, è un evento imperdibile per chiunque desideri esplorare il mondo affascinante dell’arte moderna. In corso presso il Museo Cà Pesaro di Venezia, questa esposizione offre un’opportunità unica di immergersi nell’universo creativo di Matta, che ha saputo unire surrealismo e astrattismo in modo innovativo.
Chi è Roberto Matta? Nato nel 1911 in Cile, Matta ha vissuto gran parte della sua vita in Europa, dove ha interagito con alcuni dei più grandi nomi dell’arte moderna. La sua opera è caratterizzata da colori vivaci e forme dinamiche, che sembrano danzare sulla tela. Matta non si limitava a dipingere; era un vero e proprio esploratore dell’immaginazione, capace di trasformare le sue visioni interiori in opere d’arte straordinarie.
Cosa aspettarsi dalla mostra La mostra presenta una selezione di opere significative che raccontano il viaggio artistico di Matta, dalle sue prime esperienze fino ai lavori più maturi. I visitatori avranno l’opportunità di vedere da vicino i dettagli delle sue opere e comprendere il pensiero che si cela dietro di esse. Ogni quadro è una finestra su un mondo fantastico, dove l’inconscio e la realtà si intrecciano. Matta si ispira ai sogni e all’inconscio, le sue opere sembrano raccontare storie fantastiche, come se fossero visioni che emergono dalla mente. Le sue opere combinano elementi astratti (forme che non rappresentano oggetti reali) e figurativi (forme riconoscibili), questo crea un effetto interessante, dove il reale e l’immaginario si mescolano. Le sue opere parlano di emozioni e esperienze comuni, come l’amore, la guerra e la solitudine. Questi temi rendono l’arte di Matta comprensibile e significativa per tutti. Matta usa colori brillanti e forme morbide che sembrano muoversi. Questo rende le sue opere dinamiche e coinvolgenti, attirando l’attenzione dello spettatore; Matta si considerava un “costruttore di mondi”, le sue opere non solo mostrano immagini, ma creano veri e propri universi che sfidano le leggi della realtà.
Perché visitare la mostra? Se sei curioso di scoprire come l’arte possa riflettere le emozioni e le esperienze umane, questa mostra è perfetta per te. Non è solo un’esperienza visiva, ma anche un viaggio emotivo che stimola la riflessione. Che tu sia un esperto d’arte o semplicemente un curioso, la mostra di Roberto Matta ti lascerà senza parole. Non perdere l’occasione di visitare questa esposizione unica al Museo Cà Pesaro.
Roberto Matta exibithion at Ca’ Pesaro Museum !
The exhibition dedicated to Roberto Matta, one of the most important artists of the 20th century, is a must-see event for anyone looking to explore the fascinating world of modern art. Currently taking place at the Cà Pesaro Museum in Venice, this exhibition offers a unique opportunity to immerse yourself in Matta’s creative universe, which innovatively combines surrealism and abstraction.
Who is Roberto Matta? Born in 1911 in Chile, Matta spent much of his life in Europe, where he interacted with some of the greatest names in modern art. His work is characterized by vibrant colors and dynamic shapes that seem to dance on the canvas. Matta was not just a painter; he was a true explorer of imagination, capable of transforming his inner visions into extraordinary works of art.
What to expect from the exhibition The exhibition presents a selection of significant works that tell the artistic journey of Matta, from his early experiences to his most mature works. Visitors will have the opportunity to see the details of his works up close and understand the thought behind them. Each painting is a window into a fantastic world, where the unconscious and reality intertwine. Matta is inspired by dreams and the unconscious, his works seem to tell fantastic stories, as if they were visions that emerge from the mind. His works combine abstract elements (shapes that do not represent real objects) and figurative (recognizable shapes), this creates an interesting effect, where the real and the imaginary mix. His works speak of common emotions and experiences, such as love, war and loneliness. These themes make Matta’s art understandable and meaningful for everyone. Matta uses bright colors and soft shapes that seem to move. This makes his works dynamic and engaging, attracting the viewer’s attention; Matta considered himself a “world builder”, his works not only show images, but create real universes that defy the laws of reality.
Why visit the exhibition? If you are curious about how art can reflect human emotions and experiences, this exhibition is perfect for you. It is not just a visual experience but also an emotional journey that stimulates reflection. Whether you are an art expert or simply curious, the Roberto Matta exhibition will leave you speechless. Don’t miss the chance to visit this unique exhibition at the Cà Pesaro Museum.
For the english translation, please scroll down the page thank you !
Come promesso, ecco la recensione della nuova mostra presente presso il museo di Cà Pesaro intitolata “Epoca Fiorucci” in omaggio al celebre stilista di moda italiano recentemente scomparso, che ha lasciato un’impronta nella storia della moda, in tutto il mondo.
La carriera di Elio Fiorucci comincia seguendo l’attività paterna, e, ad occuparsi di moda, prima collaborando con il genitore poi realizzando una sua propria attività rivolta alle mode del mondo anglosassone alla fine degli anni sessanta. Nel maggio del 1967 apre il suo primo negozio in Galleria Passarella a Milano disegnato dalla celebre Amalia Del Ponte.
Già nel 1970 inizia la produzione di abiti per il tempo libero, jeans in particolare, con il marchio Fiorucci. I prodotti vengono distribuiti all’estero, prima in Europa e poi in Giappone, Stati Uniti e Sud America. Nascono i primi negozi Fiorucci a Londra e a New York per poi diffondersi nelle grandi metropoli in giro per il mondo. I suoi prodotti diventano subito un fatto di costume e finiscono con l’attrarre l’attenzione di molte personaggi famosi del jet set internazionale come Bianca Jagger, Andy Warhol, Grace Jones che ne diventano subito grandi fan entusiasti!
Nel 1990, causa grossi debiti, cede la sua ‘attività alla società giapponese Edwin International ma mantiene a Milano il solo centro di design del gruppo. Nel 2003 realizza il progetto Love Therapy, che comprende jeans, felpe, abiti e accessori. Nel 2011 diventa vegetariano e collabora con il manifesto La coscienza degli animali.Nel 2014 insieme a It@rt crea delle t-shirt a sostegno del Progetto Amazzonia del WWF e un’altra t-shirt di denuncia contro le pellicce d’angora. A luglio 2015, all’età di 80 anni, muore nella sua abitazione di Milano stroncato da un malore.
E dopo questa breve introduzione, seguitemi nella visita della mostra, e vi narrerò le mie impressioni che ho avuto, visitandola !
La prima impressione che si avverte entrando, è quella di entrare in un negozio, e la seconda, è quella di aver viaggiato indietro nel tempo di alcuni anni. Sì perché fin subito, si ha la sensazione di rivivere gli anni 80 -90, quando all’epoca andavano di moda questi abiti. Abiti, scarpe, magliette appoggiate sulle pedane, scaffali, o sugli attaccapanni, proprio come in un negozio, ci mancano solo le cassiere, anche se lo staff museale indossa delle magliette create dallo stilista con il suo slogan “l’amore salverà il mondo”
Un’altra cosa che si avverte girando per la mostra, è di quanto rilassante essa sia. Merito di tutte le pareti che sono state ri dipinte di vari colori, offrendo un panorama tranquillo e riposante. Ci sono tre aree, in questa mostra: la principale appena descritta, dove sono sparse le sue creazioni, un’altra sala con dell’oggettistica e foto di eventi e personaggi famosi con cui ha collaborato. E in più una sala che sembra progettata apposta per bambini dove possono sbizzarrirsi nella di T-shirt con appositi modelli di carta, colori, matite, pennarelli ! E’ stupendo !
Ci sono un paio di cartelloni pubblicitari che mi sono piaciuti molto, e voglio condividere con voi queste mie introspezioni:
Nella prima immagine, non so perché mi mi viene in mente quelle domeniche sere in cui guardavo alla TV la trasmissione su Italia 1 “Drive In” ! Potrei quasi giurare di aver visto quel cartellone pubblicitario nelle loro puntate, forse mi sbaglio, ho una forte sensazione ! Nella seconda foto, invece in basso, nel riquadro centrale tra le due tigri, c’è una vecchia illustrazione del manuale di guida per l’auto che ero solito sfogliare quando mi sono fatto la patente ! Wow che ricordi ! Paninoteche, walkman, il monclear…
E che dire, di questa immagine? La scritta tridimensionale in blu e in rosso, a tutti ricorda il titolo del famoso eroe dei fumetti della DC Comics creato da Jerry Siegel e Joe Shuster nel 1933, è il primo supereroe della storia dei fumetti e anche soprannominato come Man of Steel oppure The Man of Tomorrow. Noto in Italia in passato anche come Ciclone, l’uomo fenomeno, l’Uomo d’acciaio e Nembo Kid : Superman !
Dopo la prima sala, nella seconda, chiamata “Fiorucci è il suo mondo” noto un divano alquanto particolare: infatti mi ricorda molto lo stile usato dall’artista Roy Lichtenstein, che ebbi l’occasione di ammirare nella mostra intitolata “POP Art nella Sonnabend Collection” al Centro Culturale Candiani di Mestre qualche tempo fa. Egli infatti, realizzava le sue usando uno stile ispirato al fumetto. Sui tavoli affianco, ci sono esposti vari esempi di oggettistica realizzata da Fiorucci, e al muro sono appese alcune foto di noti vip e grandi nomi dell’arte con cui egli ha avuto l’occasione di conoscere e/o di collaborare. Nomi famosi come Andy Warhol, Jean-Michel Basquiat, ma anche di eventi tenutosi nel celebre “Studio54” nota discoteca di New York situata al numero 254 della 54a strada ovest a Manhattan, tra la Settima e l’Ottava Avenue, aperta tra il 1977 ed il 1986
E infine, nell’ultima area del piano, abbiamo una specie di laboratorio, pensato per i bambini, dove, possono divertirsi a creare delle T-shirt con degli appositi modelli di carta:
In conclusione, ritengo che questa nuova mostra a Cà Pesaro è veramente molto bella, e originale. La consiglio caldamente a tutti, di andare a vederla ! E’ un tuffo nel passato, un’occasione per rilassarsi, e divertirsi, senza contare che al suo interno, il museo ospita altri piani con stupendi capolavori ! Da non perdere !!
English Version
As promised, here there is the review of the new exhibition hosted at the Cà Pesaro museum entitled “Epoca Fiorucci” as a tribute to the famous Italian fashion designer recently deceased, who left an imprint in the history of fashion, all over the world.
Elio Fiorucci’s career begun by following his father’s activity, and by taking care of fashion, first collaborating with his father, then realizing his own activity aimed at the fashions of the Anglo-Saxon world at the end of the Sixties. In May 1967 he opened his first store in Galleria Passarella in Milan designed by the famous Amalia Del Ponte. As early as 1970 , the production of clothing for leisure time began, specially jeans, with the brand Fiorucci. The products are distributed abroad, first in Europe and then in Japan, the United States and South America.
The first Fiorucci stores are born in London and New York and then spread to the big cities around the world. Its products immediately become a matter of custom and end up attracting the attention of many famous characters of the international jet set such as Bianca Jagger, Andy Warholand Grace Jones who immediately become big fans!
In 1990, due to large debts, he sold his business to the Japanese company Edwin International, but retained the sole design center of the group in Milan. In 2003 he realized theproject Love Therapy, which includes jeans, sweatshirts, clothes and accessories. In 2011 he became a vegetarian and collaborated with the manifesto ” The Animal Consciousness”.In 2014, together with It@rt, he created t-shirts to support theAmazon Project WWF’s and another t-shirt to denounce angora furs. In July 2015, at the age of 80, he died in his house in Milan struck down by an illness.
And now, after this brief introduction, follow me in the visit of the exhibition, and I will tell you my impressions that I had, visiting it!
The first impression you feel when entering, is to enter a shop, and the second one instead, it seems to you to have traveled back in time for a few years. Yes, because you have the feeling of reliving the 80s-90s, when at the time these dresses were fashionable. Clothes, shoes, t-shirts resting on the platforms, shelves, or on the hooks, just like in a shop, the only thing missing are the cashiers, but the museum staff wears t-shirts created by the designer with his slogan “love will save the world” !!
Another thing that I perceived by going around the exhibition is how relaxing it is. That’s because, all the walls, they have been re-painted in various colors, offering a relaxing and restful oasis. There are three areas, in this exhibition: the main one just described, where his creations are spread, another room with some objects and photos of events and famous people with whom he collaborated. And in addition another room that seems designed especially for children where they can indulge in creating the T-shirt with special patterns of paper, colors, pencils, markers! It’s amazing !
There are a couple of billboards that I liked a lot, and I want to share with you these introspections:
In the first image, I do not know why I remember those Sundays evenings when I watched TV broadcast on Italy 1 “Drive In “! A very popular Italian entertainment tv program. I could almost swear to have seen that bill in their installments, maybe I’m wrong, but I have this strong feeling! In the second picture, on the other side, at the bottom, in the central frame between the two tigers, there is an old illustration of the driving manual for the car that I used to study when I got my driving license! Wow what memories! Sandwich shops, walkman, the monclear …
And what about this image? The three-dimensional inscription in blue and red, everyone remembers the title of the famous comics hero of DC Comics created by Jerry Siegel and Joe Shuster in 1933, he is the first superhero in the history of comics and is also nicknamed Man of Steel or The Man of Tomorrow. Known in Italy in the past also as Cyclone, the phenomenon man, the Steel Man and Nembo Kid : Superman!
After the first room, in the second one, called “Fiorucci e il suo mondo”, I find a very particular sofa which is familiar somehow: in fact it reminds me a lot of the style used by the artist Roy Lichtenstein, whom I had the opportunity to admire in the exhibition entitled “POP Art in the Sonnabend Collection “at the Centro Culturale Candiani of Mestre some time ago. In fact, he realized his masterpieces using a style inspired by comics. On the tables next to it, there are various examples of objects made by Fiorucci, and some photos of well-known vips and great names of the art with who he has had the opportunity to meet and / or to collaborate, which are hung on the wall. Famous names such as Andy Warhol, Jean-Michel Basquiat, but also of events held in the famous “Studio54” disco-known in New York located at number 254 of the54th Street west to Manhattan,between Seventh and Eighth Avenue, opened between 1977 and 1986
And finally, in the last area of this floor, we have a kind of laboratory, designed for children, where, they can have fun creating T-shirts with special paper models:
In conclusion, I think this new exhibition at Cà Pesaro is really beautiful, and original. I advice warmly to everyone, to go to see it! It’s a dive into the past, an opportunity to relax and have fun, not to mention that inside the museum there are other floors with wonderful masterpieces! Not to be missed !!